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Per gli Hotel e per chi lavora nel Turismo, oggi più che mai nasce l’esigenza di qualificarsi e di accomodare le spettative e le abitudini degli utenti che programmano la loro vacanza o scelgono un ristorante sulla base del passaparola diffuso su Facebook, delle recensioni su TripAdvisor o delle foto su Instagram. Una Puglia e un Salento che si proietta al futuro vede Politiche di Comunicazione sempre più mirate sul web marketing turistico e in sincronia con tutti i mondi virtuali in cui socialmente gli utenti si esprimono e in cui possa essere determinata un precisa azione di booking per la propria vacanza in Puglia.
Oggi i social media spiazzano il resto dei canali mediatici e rivestono il ruolo più importante nel far conoscere la Puglia all’estero, con a seguito siti internet e blog. Finalmente, l’utilizzo di strategie di web marketing turistico e di posizionamento che coinvolgono i social network iniziano ad essere prese seriamente in considerazione.
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Secondo l’ultimo Rapporto sul Turismo in Puglia rilasciato dall’Osservatorio Regionale sul Turismo, il turismo in Puglia ha ottenuto un incremento del 2% di arrivi e presenze e del 5% per il turismo estero rispetto allo stesso periodo del 2018.  Dopo un inizio di anno poco soddisfacente, a partire dal mese di aprile c’è stata una ripresa.
Tuttavia il flusso turistico cresce soprattutto nelle aree di Bari, nella Valle d’Itria, nelle località della Magna Grecia, della Murgia e delle Gravine e Taranto, con il Salento che cresce meno rispetto al passato.
Anche le stime sull’estate scorsa sono rassicuranti: il turismo internazionale vede un incremento dall’estero stimato all’ +8% per gli arrivi e +12% per le presenze. Tra i mercati in maggiore crescita nell’estate 2019 si collocano, nell’ordine, la Germania, il Belgio, i Paesi Bassi, la Francia, la Bulgaria, la Russia, gli Stati Uniti d’America, la Polonia e la Spagna.
Dal 2015 al 2018 gli arrivi e le presenze nella regione sono aumentati: +43% di arrivi e +33% di presenze, dati confermati anche dalla crescita esponenziale di traffico negli Aeroporti di Puglia, di Bari e di Brindisi.
Il Salento rappresenta la meta preferita per chi vuole dedicarsi una vacanza estiva all’insegna del divertimento e dei paesaggi mozzafiato, senza dover arrivare dall’altra parte del mondo e senza dover spendere una fortuna. La provincia di Lecce in estate registra il maggior flusso turistico di presenze che si distribuiscono nelle varie località balneari.
Il 38% degli arrivi totali sono concentrati nei mesi di Luglio e Agosto. Giugno e Settembre accolgono rispettivamente il 13% e l’11% degli arrivi totali. I flussi stranieri sono quelli che tendono a distribuirsi in modo più uniforme nell’arco dell’anno.
Rilevante è sempre la componente balneare.Tuttavia la distribuzione dei flussi verso l’entroterra e la scoperta di “nuove destinazioni” all’interno della Puglia hanno portato a un incremento significativo degli arrivi nei comuni della Valle d’Itria (Martina Franca, Ceglie Messapica, Cisternino), della Magna Grecia, Murgia e Gravine (Ginosa, Maruggio e Castellaneta) e del Salento (Ugento, Castrignano del Capo e Salve). Negli anni passati teneva bene Gastronomia e Folklore a discapito del patrimonio artistico e dell’entroterra, per i quali si registrava un sapere vago e basso interesse.
Oggi la Puglia, grazie all’offerta crescente di percorsi culturali, naturali, enogastronomici, non è più una destinazione a esclusiva vocazione balneare. Gli stranieri amano scoprire borghi storici e paesaggi naturali, da visitare in tutte le stagioni e non più solo in piena estate. Lo conferma anche l’indagine dell’Università Ca’ Foscari di Venezia che ha coinvolto 400 turisti che hanno soggiornato in Puglia. Sono sempre meno coloro che scelgono la nostra regione per il mare (dal 67% del 2016 al 50% del 2018) mentre aumenta la quota di coloro che optano per un soggiorno itinerante rivolto alla ricerca dei borghi e delle vie del gusto.
Per quanto riguarda Hotel e B&B, continua il processo di incremento dei posti letto e di qualificazione dell’offerta ricettiva pugliese. Aumenta complessivamente il numero delle strutture ricettive accompagnato da una forte qualificazione dell’ospitalità (riduzione delle strutture 3 stelle a fronte di un incremento dei 4 e 5 stelle).
Il 69% delle presenze straniere si concentra nelle strutture alberghiere contro il 59% degli italiani. Gli stranieri prediligono gli alberghi a 4 stelle (37,6%, più degli italiani 29,1%), seguiti dai 3 stelle (17,9% e 18,8% per gli italiani).
Secondo il rapporto dell’ Osservatorio Regionale sul Turismo, il passaparola costituisce il primo canale di comunicazione per i turisti che alloggiano in Puglia (40,3%). Si afferma, la diffusione dei nuovi strumenti di comunicazione on line per la promozione del territorio e delle strutture.
In tutto il mondo i Social Network giocano un ruolo chiave nell’esperienza turistica degli utenti, dalla scelta della destinazione, alla prenotazione dell’ hotel, fino alla condivisione delle proprie esperienze durante e dopo la vacanza.
Alcuni dati rilevanti emersi da una ricerca per conto di un catena di Hotel britannica:
Per competere con successo in questo scenario, nel quale si è affermato da tempo l’abitudine all’utilizzo di internet come canale “di fiducia” per l’intermediazione e il reperimento di informazioni sul vostro Hotel, Ristorante o B&B, non ci si può sottrarre dal suo utilizzo come principale leva di marketing e sorgente di booking online.
La condivisione di contenuti creati dagli utenti è un mezzo immediato e altamente virale, che consente di far conoscere un hotel o una destinazione, invogliando i viaggiatori a prenotare. Ma essere presenti a tempo perso con un profilo aziendale sui social network come Facebook, Instagram o Pinterest non basta. Ecco alcuni consigli validi per tutte le imprese turistiche del Salento:
Richiedi una consulenza per la tua struttura ricettiva
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]]>L'articolo Incentivi per realizzare e registrare il tuo marchio sembra essere il primo su Thinko - marketing by design.
]]>Riapre il bando del Ministero dello Sviluppo Economico finalizzato alla registrazione del marchio, anche a livello europeo ed internazionale per sostenere le imprese e favorire la loro competitività nei mercati esteri attraverso una maggiore tutela del marchio. Tra le spese ammissibili anche la realizzazione grafica del Logo.
Le agevolazioni ricoprono fino al 90% delle spese ammissibili.
Riapre il bando “Marchi +3” che mette a disposizione 3,5 milioni di euro, gestiti da Unioncamere. Le domande potranno essere inviate a partire dal 6 maggio 2020 e sino all’esaurimento delle risorse disponibili.
Grazie al bando Marchi +3 sarà possibile scegliere tra due tipi di agevolazioni:
Misura A: agevolazioni per favorire la registrazione di marchi dell’Unione Europea presso EUIPO (Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale) attraverso l’acquisto di servizi specialistici;
Misura B: agevolazioni per favorire la registrazione di marchi internazionali presso OMPI (Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale) attraverso l’acquisto di servizi specialistici.
L’agevolazione concessa copre fino all’80% delle spese ammissibili, e fino al 90% per le domande che interessano Usa o Cina.
L’importo massimo che si può richiedere è pari a 6.000 euro per la misura A, mentre può arrivare a 8.000 per le domande che rientrano nella misura B e che designino Usa e/o Cina insieme ad un altro o più paesi.
Ciascuna impresa può presentare più richieste di agevolazione, sia per la Misura A sia per la Misura B, fino al raggiungimento del valore complessivo di 20.000 euro.
I requisiti principali per accedere al bando:
L’impresa può richiedere un’agevolazione sulle spese sostenute per:
Vuoi registrare il tuo marchio o realizzane uno nuovo da registrare?
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]]>L'articolo Il valore di un Logo Professionale sembra essere il primo su Thinko - marketing by design.
]]>› Logo Design: era il 2009, oggi l’esperienza permette di approfondire l’argomento e rispondere a due domande:
➀ Quanto costa un Logo Professionale?
➁ Spendere soldi per un Logo Professionale è davvero necessario?
La realizzazione di un logo è considerato da molti un lavoro alla portata di chiunque abbia un minimo di dimestichezza con un software di grafica.
Non è così. Il Logo Design, facendo parte delle attività di costruzione dell’immagine aziendale (Brand Identity), rientra tra i fattori fondamentali di successo della tua attività. Vuoi affidarla al primo che capita?
Un Logo professionale è frutto dell’ingegno e della mano di quei pochi eletti che hanno ricevuto il dono del talento creativo?
Fa anche comodo pensare che tutto il lavoro si risolva con l’esecuzione del solo progetto grafico. Non considerando la parte di lavoro di analisi e concettuale a monte (indirizzata verso un progetto strategico), sarebbe impossibile avere un prodotto marketing-oriented, esclusivo e tutelabile dal punto di vista legale.
Un logo oltre che bello, deve essere strategico e funzionale. Per questo motivo, la costruzione di un logo aziendale, è un processo che parte dall’analisi della tua Mission e della tua Vision aziendale. Un processo che in prima battuta lascerà da parte matita e computer, per rivelarsi un lungo lavoro che non può costare poche decine di euro. Ecco alcuni elementi che fanno parte o sono intorno al progetto di Logo Design:
▰ brand philosophy: prima di occuparti degli aspetti tangibili e visuali della tua immagine delinea la tua Brand Philosophy rispondendo alle domande: Chi sono? – Cosa rappresento? – A chi mi rivolgo? – Cosa mi differenzia dalla concorrenza? – Con che tono voglio comunicarlo?
▰ scelta del nome: coerente con la mission aziendale, facile da ricordare e da pronunciare, esclusivo. In un contesto super inflazionato di marche, il lavoro del pubblicitario parte dalla scelta del nome e comprende attività di studio, ricerca, verifiche di anteriorità e test di gradimento.
▰ pittogramma: rappresenta la parte simbolica del logo, il segno grafico che deve attivare un veloce processo mentale che riconduce alla categoria merceologica dell’azienda. Fattori chiave: creatività e astuta fusione di concetti.
▰ payoff: è la frase posta spesso sotto al logo, che spiega, solitamente con un gioco di parole, la mission o la filosofia aziendale e rafforza l’identità della marca.
▰ design: lo stile grafico del font, la grafica del pittogramma e i colori. La parola d’ordine è la sintesi che facilità il riconoscimento del logo tra una miriade di loghi. Fattori chiave: giochi di forme e colori, armonia degli elementi.
▰ diverse proposte: il cliente deve poter scegliere tra diverse soluzioni, seppure poche per non confondere le idee, ma comunque eredi di una montagna di bozze e disegni.
▰ rielaborazioni: scelta la proposta, il cliente nel 101% dei casi chiede delle piccole modifiche che possono durare anche giorni.
▰ test: l’efficacia di un logo deve essere testata. Spesso il giudizio del professionista e del cliente non sono oggettivi o esaustivi e diventa necessario un test che coinvolge un pubblico campione.
▰ registrazione del marchio: è un’attività che comincia con la scelta del nome aziendale (Naming). Prima di poter registrare un marchio infatti è necessario verificare che esso non sia già stato registrato con lo stesso nome, o con un nome simile e con la stessa simbologia grafica (ricerca di anteriorità). Dalla sempre maggiore importanza del marchio, quale strumento di affermazione commerciale dell’azienda, nasce l’esigenza di proteggere il proprio brand attraverso la tutela legale della propria immagine e delle proprie idee. Ciò permette di acquisire il diritto di utilizzo esclusivo del nome e del segno grafico, di impedire a terzi di registrare un marchio uguale o simile al proprio, o di farne uso senza il proprio consenso.
Il Logo è in grado di pilotare l’idea che i clienti si faranno di te: agli occhi dei tuoi interlocutori il logo può fare la differenza tra un’azienda di livello e un’attività “casereccia”.
Per questo motivo, prima di affidarti all’improvvisazione dei tempi moderni, fatti queste domande:
Ipotizzando per un momento che tutti i progetti siano uguali e tutto si riduce alla sola ideazione grafica di un Logotipo, a seconda di chi realizza il progetto potremmo avere i seguenti costi:
Da questo elenco vediamo che il costo di un logo dipende anche dalla mano di chi lo realizza e dalla sua esperienza.
Oltre a logo si potrebbe avere necessità di realizzare l’intera Immagine Coordinata o altri servizi importanti, come la scelta del nome aziendale (Naming) e del Payoff, effettuare dei test di gradimento, registrazione del marchio e il manuale di Corporate Identity. Il sesto caso (➏) potrebbe non essere applicato a gran parte delle piccole e medie aziende di Lecce, tuttavia in Italia non mancano multinazionali che sono arrivate a spendere anche più di €50.000 per un logo vincente.
Teniamo conto anche del fatto che i progetti non sono tutti uguali: i mercati e gli obiettivi sono differenti, e il logo designer non deve limitarsi a essere un grafico, ma deve analizzare il pubblico a cui ci si rivolge, studiare la concorrenza, le tendenze attuali del mercato, e le peculiarità del tuo settore.
Un altro esempio importante potrebbe riguardare l’attività di rebranding. Mettiamo il caso che bisogna fare un restyling del logo per un’ importante azienda esistente, qui il designer ha la grossa responsabilità di dover mettere mano al vecchio marchio per accrescere i valori e la percezione verso un brand già affermato, questa responsabilità ha un costo. È quello che è accaduto all’ultimo restyling della marchio Pepsi, costo totale $ 1 milione. Arnell Group, l’agenzia di branding a cui è stato affidato il lavoro, ha “motivato” il costo con un lungo documento di 27 pagine dove si illustra scientificamente il passaggio dal vecchio al nuovo simbolo aziendale.
Altre volte è davvero sufficiente il semplice aiuto di un abile amico che sa usare qualche software di design. Pensi che sia davvero il tuo caso?
Fai attenzione.
Il costo di un logo è proporzionale al valore che merita il tuo progetto aziendale o che punti a ottenere nel prossimo futuro, e quindi a quanto valore sei disposto a darne.
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]]>L'articolo NO all’Olio di Palma, SI all’ Extravergine Pugliese sembra essere il primo su Thinko - marketing by design.
]]>Stop all’Olio di Palma per motivi etici, ambientali e di salute.
Un invito alle aziende Pugliesi a sostituirlo con il nostro Olio Extravergine di Oliva.
Questo prodotto, massicciamente utilizzato dall’industria alimentare italiana, oltre ad essere nocivo per la salute umana (poiché ricco di acidi grassi saturi), favorisce la deforestazione e lo sterminio di numerose specie animali.
Proprio mentre stai leggendo, l’Indonesia sta bruciando per fare spazio alle piantagioni di Olio di Palma: ci sono più di 100mila incendi in corso, mezzo milione di persone con problemi di salute e animali a rischio di estinzione.
La Puglia è terra di ulivi.
Perchè molte aziende locali usano olio di palma in prodotti alimentari come biscotti e taralli e invece del nostro olio?
L’olio di palma, una sostanza fino a oggi camuffata dietro la scritta “olii e grassi vegetali”, è il grasso principale di quasi tutte le merendine, i biscotti, gli snack dolci e salati, le creme in vendita nei supermercati. L’ampio utilizzo di questa materia prima è dovuto sia al costo estremamente basso, sia al fatto di avere caratteristiche simili al burro. Anche le più rinomate aziende pugliesi lo utilizzano, a discapito della qualità, della nostra salute e della nostra economia.
Thinko ha firmato e sostiene la petizione del Fatto Alimentare lanciata su Change.org, insieme chiediamo alle industrie agroalimentari di impegnarsi a riformulare i propri prodotti sostituendo all’olio di palma il più salutare e sostenibile Olio Extravergine di Oliva, affinché il cibo Made in Italy e specie quello Made in Puglia possa davvero distinguersi come buono e giusto. Firma anche tu.
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]]>L'articolo Google favorisce i siti Mobile Friendly sembra essere il primo su Thinko - marketing by design.
]]>Dal 21 Aprile 2015 Google favorirà i siti web mobile friendly. Quali saranno le conseguenze per chi è rimasto indietro?
In un precedente articolo avevamo evidenziato l’importanza di avere un sito mobile per smartphone per andare incontro alle tendenze di utilizzo degli utenti.
Oggi, a queste motivazioni pratiche, va ad aggiungersi anche un’ altra importante motivazione: Google favorisce i siti web mobile friendly nei suoi risultati di ricerca.
Già nei mesi precedenti alcune analisi avevano registrato importanti differenze tra le ricerche effettuate su google a seconda del dispositivo utilizzato. Da febbraio, nei risultati di ricerca effettuati da smartphone, vediamo apparire la parola “mobile-friendly” affianco ai siti ottimizzati per essere visualizzati sui cellulari.
L’ultima notizia arriva proprio da Google, facendo un annunciando proprio sul suo blog: dal 21 Aprile verranno favoriti i siti web mobile friendly.
Chi non avrà un sito web mobile o responsive perderà visibilità nella ricerca di Google, in molti casi le conseguenze potrebbero essere disastrose per il business delle aziende.
Infatti, i device mobili sono sempre più utilizzati rispetto al pc desktop: il 70% degli utenti usa infatti lo smartphone per cercare, sia da casa che al lavoro, sfruttandone il facile accesso e la velocità dello strumento.
Occorre assicurarsi quindi che il proprio sito sia perfettamente fruibile da ogni dispositivo.
Per verificare se il vostro sito gira correttamente su smartphone è possibile effettuare il test di compatibilità, messo a disposizione da Google. Se il risultato risulta negativo, sarà necessario un tempestivo intervento di ottimizzazione per non perdere il posizionamento che fino ad oggi era stato guadagnato.
Le possibili soluzioni sono 2:
Nel primo caso (preferito da google) avrete il vantaggio di gestire i vostri contenuti dinamici una sola volta. Nel secondo caso dovrete gestire due siti. Tuttavia è opportuno valutare caso per caso. In alcuni casi, ad esempio, potrebbe essere vantaggioso mettere a disposizione un secondo sito per il mobile, con contenuti “alleggeriti” rispetto alla versione desktop, che semplificano ulteriormente la navigazione ed il reperimento di informazioni di contatto.
Per maggiori informazioni visita:
 Realizzare un sito web ottimizzato per Smartphone
 Realizzare un sito web ottimizzato per Smartphone
 Lo stato del Search Marketing in Italia
 Lo stato del Search Marketing in Italia
Hai bisogno di un Sito Mobile o Responsive?
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]]>L'articolo Brochure & Depliant sembra essere il primo su Thinko - marketing by design.
]]>ⓘ Il progetto che intendi visualizzare è in fase di aggiornamento, oppure potrebbe essere obsoleto, o il cliente non è più proprietario del sito web.
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