Quante volte capita di trovarsi ad un tavolo in compagnia di qualcuno che passa tutto il tempo a mandare messaggi su WhatsApp o a controllare gli aggiornamenti di Facebook o Twitter? Accade quando siamo a cena o al bar con gli amici, al cinema, succede anche nei momenti di intimità di coppia.
Siamo sicuri che la tecnologia unisca la gente?
Si è sempre detto di quanto la tecnologia sia in grado di mettere in contatto persone lontane accorciando le distanze, concetto spesso esaltato da famosi spot pubblicitari di Apple & Co. che ci hanno presentato i loro prodotti come gli oggetti delle meraviglie (“c’è un App praticamente per tutto“) in grado di migliorare la nostra vita. Ma è tutto vero?
Negli ultimi anni, con la diffusione capillare di questi strumenti è emerso il rovescio della medaglia. Noi che lavoriamo tutto il giorno con questi strumenti, abbiamo cominciato a riflettere su come la tecnologia oggi unisca e intanto divida. Se è vero che con i nostri smartphone possiamo fare infinite cose è anche vero che spesso gli stessi apparecchi ci allontanano da chi ci sta vicino fisicamente. Un paradosso che, fino a qualche anno fa, pareva inconcepibile:
Spesso preferiamo comunicare con chi è lontano, anziché con chi è a un metro di distanza da noi.
Riflettendo su questo paradosso ci siamo incrociati con il videomaker Lucio Laugelli , il fotografo Paolo Tonato, e Giulia Cantini, organizzatrice di produzione, dando vita alla campagna “Vivi Social, Fuori dal Network“, copy e grafica by Thinko.
Oggi che siamo sempre connessi, siamo soli più che mai
Social network, notifiche, email e chat ci racchiudono in una bolla: non importa se ci troviamo nel cuore di Manhattan o se siamo seduti di fronte al fidanzato, in un ristorante romantico. Ovunque i nostri occhi sono abituati a vedere ragazzi e adulti totalmente risucchiati dal display del proprio telefono. Un aspetto che ha già richiamato l’interesse di esperti di sociologica e psicologia che negli ultimi mesi hanno cercato di mettere in guardia dal consumo smodato degli strumenti tecnologici. Diverse ricerche hanno rilevato come l’accanimento tecnologico può essere causa di stress e disturbi del sonno, ma anche ansia e insoddisfazione specie nei più giovani. Anche un film recente, Disconnect esplora le conseguenze della tecnologia moderna e di come questa influenzi le nostre relazioni quotidiane.
Maleducazione tecnologica
E il Galateo che fine ha fatto? La questione tocca anche la sfera della maleducazione nei diversi contesti sociali: lavoro, a tavola, al cinema, per strada. Uno studio tutto italiano condotto su 1500 persone ha individuato le caratteristiche di questa nuova forma di maleducazione, chiamata “mobile incivility”. I comportamenti che danno maggiormente fastidio sono l’utilizzo dello smartphone durante l’orario di lavoro (per il 66% degli interpellati), l’essere costantemente connessi al proprio cellulare (58%) e le suonerie che squillano a volume troppo alto (55%). Io aggiungerei i display iperilluminati nei cinema che disturbano la visione del film!
Il pericolo di questo abuso è quello di trascurare le relazioni interpersonali e lo scambio di opinioni, quel confronto faccia a faccia che, con il passare del tempo e con l’intensificarsi dell’evoluzione tecnologica, sta diventando un valore in via di estinzione.
Galateo 2.0
- Togli la suoneria nei luoghi pubblici, spegni il telefono al cinema.
- Niente cellulare in tavola, a meno che tu non sia un foodblogger.
- Quando parli con qualcuno guardalo in faccia.
- Dimentica il cellulare a casa, ogni tanto, ti meraviglierai di cosa ti stai perdendo.
- La Notte spegni il telefono per non infastidire il partner e… sogni d’oro.
Vivi Social, Fuori dal Network
Allora eccola la nostra campagna, un monito per disconnettersi ogni tanto e vivere la vita reale, dedicando del tempo a chi ci è vicino, come quando siamo a cena con gli amici o con la nostra ragazza, o semplicemente anche a noi stessi, per leggere un libro, passeggiare in bicicletta, godere di uno splendido tramonto.
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